Maigret è ormai in pensione da qualche anno, nella sua casa di Meung-sur-Loire. Una mattina viene svegliato dal nipote, Philippe Lauer, figlio della sorella della signora Maigret, che da qualche mese lavora al Quai des Orfèvres. Il nipote racconta che il commissario Amadieu, che aveva preso il posto di Maigret a capo della Brigata speciale, gli aveva assegnato il compito di sorvegliare Pepito Palestrino, titolare del Floria in rue Fontaine, che doveva essere arrestato la mattina seguente per una storia di droga finita con un omicidio. Philippe racconta che mentre era nascosto al Floria ha sentito degli spari che uccidono Pepito. In preda al panico, Philippe fugge ma si imbatte in un uomo che in seguito testimonierà contro il nipote di Maigret. Il commissario decide quindi di tornare a Parigi per togliere dai guai il nipote inesperto e ingenuo. Il compito di Maigret non è semplice: Philippe infatti viene riconosciuto dal testimone (Audiat) e viene tenuto in custodia cautelare. Maigret comprende subito che il colpevole è Germain Cageot (59 anni), soprannominato il Notaio: si tratta di un ex impiegato di studio legale, diventato capo di una banda di trafficanti che regna nella zona di Montmatre e che si assicura la protezione della polizia agendo da informatore della Buon Costume. Il Floria stesso è in realtà di sua proprietà e Palestrino non era altro che un suo prestanome. L’omicidio si sarebbe svolto nell’ambito di un regolamento di conti che tra Cageot ed alcuni suoi uomini che stavano cominciando volere una fetta di torta più grande (prima un certo Barnabe e poi Palestrino). Grazie all’iniziale aiuto della prostituta Fernande, Maigret comincia ad indagare nei locali dove si muove la banda di Cageot che è composta da un giovane e bel marsigliese di nome Eugene Bernard, Louis il padrone del Tabac-Fontaine, Audiat (che ha testimoniato contro suo nipote), Joseph Audiard (ex cameriere), Colin (gestore di una casa di tolleranza). Il suo compito però è reso difficile dal fatto che deve lavorare senza mezzi né autorità legale e deve fronteggiare anche l’ostilità del suo successore – il commissario Amadieu. Maigret cerca di mettere pressione sulla banda ed in particolare su Audiat, che sembra l’anello debole della banda, ma diventa anche oggetto di una trappola nella quale per poco non ci rimette la pelle. Riesce anche a fare comparire la banda al completo al Quai des Orfevres per un confronto, ma l’interrogatorio viene condotto da Amadieu senza la reale volontà di ottenere una confessione. A questo punto diventa decisivo l’intervento del direttore della polizia a favore dell’ex Commissario che consente a quest’ultimo di potere contare sulla reale collaborazione di Amadieu e di sbrogliare la complicata matassa. Maigret si reca a casa di Cageot e riesce a tenere sollevata la cornetta del telefono in modo che la polizia possa mettersi all’ascolto della loro conversazione. Poi riesce a spingere Cageot ad ammettere la sua responsabilità – come mandante – negli omicidi di Barnabe, Palestrino ed anche Audiat (avvelenato la notte prima). La confessione – ascoltata da Lucas dall’altro capo del filo – porta all’arresto di Cageot. Eugene e Fernande fuggono a Istanbul. Philippe Lauer si dimette dalla polizia e ritorna a vivere in Alsazia.
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